
Fotografare bambini piccoli
Non esiste una vera e propria guida su come fotografare i bambini piccoli (guarda i nostri esempi di book fotografici neonati), da nessuna parte.
Soprattutto in questo ambito ogni fotografo ha il suo metodo, i suoi gusti e le sue preferenze.
Come lavoro
C’è chi lavora in esterno, lasciando i bambini liberi ed osservandoli da lontano, come nei cosiddetti servizi lifestyle, e chi, come me, preferisce fotografare in studio, cercando un’immagine dettata un po’ meno dal caso e molto più dall’osservazione diretta del loro comportamento, ricercando l’espressione che li rappresenti maggiormente e mostri il loro carattere.
Mi piace moltissimo ritrarre i bambini, ed ogni volta che mi capita faccio in modo che il tempo in cui effettuare il servizio venga dettato dal mio soggetto, creando un dialogo fatto di gioco, curiosità ed intrattenimento. È veramente difficile che un piccolo modello entri in studio e mi conceda di prestare il suo lato migliore senza prima aver curiosato ovunque e giocato un po’ con gli oggetti che lo attraggono. In questa fase li osservo attentamente ma non intervengo – a meno che non lo facciano i genitori – e certamente non mi dedico a fotografare, ma preferisco capire chi ho difronte e come potermi approcciare successivamente.
Durante il tempo in cui il bambino si abitua e comincia ad essere meno diffidente preparo il set fotografico: personalmente preferisco set minimali e poco ricchi, perché ritengo che il vero soggetto delle mie fotografie non siano certo i giocattoli, i tessuti o gli accessori. Il massimo che mi concedo sono una piccola seduta e un gioco che possa mantenere aperto un canale di interazione con il bambino.
Durata shooting fotografico
Come ho detto, il tempo necessario per questo tipo di servizio non è facilmente prevedibile, ma generalmente si tratta di trascorrere un paio d’ore nel mio studio – il mio ambiente di lavoro preferito, dove posso prevedere la luce e le regolazioni della macchina fotografica, e so che le distrazioni possibili per i miei giovanissimi soggetti saranno limitate. Così facendo non sarò costretto a fotografare bambini in continuo movimento, sperando che il contatto visivo con loro o quell’espressione buffa ed assorta avvengano sotto una luce perfetta. Le condizioni di illuminazione saranno già state predisposte, e la possibilità di una buona riuscita senza creare uno stress inutile ad entrambe le parti è molto maggiore. Ovviamente questo non significa rinunciare alla loro spontaneità, ma semplicemente ricercarla in un ambiente diverso con la collaborazione di almeno uno dei genitori, la cui presenza aiuta il bambino ad entrare in una dimensione rilassata e a sciogliersi davanti alla macchina fotografica. È inoltre un’occasione perfetta per realizzare un servizio di famiglia, magari alla fine della sessione in cui i bambini sono ritratti da soli: i genitori, infatti, in questo momento, sapranno essere di supporto ai figli che iniziano ad essere stanchi, aiutandoli, se necessario, a recuperare la loro serenità.
I fondali fotografici
In studio posso scattare con vari tipi di fondali, ma anche in questo caso prediligo la semplicità, utilizzando fondi in carta a tinta piatta e pannelli fatti di assi in legno, che riescano ad esaltare la naturale bellezza dei bambini senza appesantire l’immagine; come per tutto il resto, vale il principio secondo il quale i soggetti sono quelli che bussano alla mia porta giorno dopo giorno, non certo quello che io acquisto per loro.
Il flash è pericoloso per i bambini?
Vorrei inoltre tranquillizzare i genitori preoccupati sull’utilizzo del flash in studio affermando che non è affatto pericoloso, e tra l’altro al momento sto scrivendo un articolo sul’uso del flash in gravidanza o con i neonati in collaborazione con un medico oculista per dettagliarne le ragioni. I flash da studio infatti hanno sempre una luce molto diffusa, e, nel caso di fotografia di bambini in particolare, non vengono mai usati senza bank, un grande diffusore a luce indiretta regolato al minimo della potenza. Si deve immaginare un “ombrello” profondo 80 cm e con un diametro di oltre 100 cm, dentro al quale è posizionato un flash puntato verso l’interno e non verso il soggetto. Una soluzione tecnologica dedicata proprio a chi ha necessità di una luce delicata e morbida.
Per i più grandi e tranquilli – si parla di bambini dai 4 anni in su – oltre alla luce flash utilizzo qualche volta una speciale lampada a luce continua arrivata dagli Stati Uniti, adatta per i ritratti in primo piano.
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