
Newborn e post-produzione: cosa viene ritoccato (e cosa no)
Quando pensiamo alla fotografia newborn, la prima cosa che viene in mente è la delicatezza: immagini leggere, pulite, armoniche.
Ma dietro quella leggerezza visiva c’è spesso un lavoro attento, silenzioso, che continua anche dopo lo scatto: la post-produzione.
Per molte famiglie è una parte poco visibile del processo, ma può suscitare domande importanti: “Le foto vengono ritoccate?”, “Toglierai i rossori?”, “Il mio bambino sembrerà diverso?”.
Parliamone con calma. Perché in realtà, la post-produzione è meno invasiva di quanto si possa pensare.
E, nel mio modo di lavorare, ha un solo obiettivo: restituire verità, non alterarla.
Mi chiamo Livio Bargagli-Stoffi, e sono esperto di fotografia newborn, con il mio studio fotografico che si trova a Pisa, in Via Alessandro Manzoni 25.
Seguimi in questo nuovo approfondimento sul mondo della fotografia newborn!
Ogni bambino ha la sua pelle, il suo colore, il suo tempo
La pelle di un neonato, nei primi giorni, cambia in continuazione.
Può essere arrossata, screpolata, con piccole pellicine o zone più secche, soprattutto sul naso, intorno alla bocca o sulle mani.
In certi casi compaiono anche brufoletti, macchie da calore, o un lieve ingiallimento legato all’ittero fisiologico.
Tutto questo è normale, e fa parte del corpo che si adatta al mondo esterno.
Durante il servizio, non si cerca di nascondere nulla, anzi! Si lavora con la luce giusta, con pose che valorizzano la dolcezza del momento, ma senza cancellare l’identità del bambino.
Cosa viene ritoccato in post-produzione
Ogni scatto viene selezionato con attenzione, e poi lavorato con delicatezza. La post-produzione non è un filtro automatico, ma un intervento manuale, mirato, calibrato.
Ecco alcuni esempi di ciò che può essere corretto:
- rossori troppo intensi, specialmente sul viso, per riequilibrare il tono generale;
- desquamazioni evidenti, quando la pelle si presenta visibilmente sciupata su mani e piedi;
- segni temporanei lasciati dai pannolini, elastici, cuscini o fasce;
- occhiaie o ombre marcate che non corrispondono alla realtà percepita in studio;
- piccole impurità come puntini rossi, screpolature isolate o segni da allattamento.
Tutto questo viene corretto in modo leggero, senza mai snaturare.
L’obiettivo non è rendere il bambino “perfetto”, ma far emergere la serenità di quel momento, togliendo ciò che distrarrebbe dallo sguardo, dalla luce, dall’abbraccio.
Cosa non viene modificato
Ci sono aspetti che scelgo consapevolmente di non toccare, e non è una questione di principio tecnico, ma di rispetto.
Ogni neonato ha un’identità che inizia a formarsi già nei suoi primi giorni: un volto che dice chi è, un gesto che lo racconta, una posizione che sembra casuale, ma non lo è.
Non modifico la forma del naso, né la simmetria degli occhi, né la grandezza delle mani o la rotondità della testa.
Non cerco mai di rendere un’espressione “più bella” di un’altra. Un broncio, una linguaccia, una smorfia fugace — sono tutti segnali di presenza, tracce autentiche di un momento che esiste solo lì. Cerco semmai di cogliere quelle espressioni particolari che sono proprie di ogni bambino.
Anche le pieghe della pelle, che si formano naturalmente in certe posizioni, non vengono eliminate.
Appartengono al corpo del bambino, al suo modo di stare in quella posa, al suo essere ancora in trasformazione.
Perché lo scopo non è creare un’immagine ideale, ma valorizzare quello che c’è: un neonato reale, vivo, con il suo tempo e il suo linguaggio.
Non si cancella, si accompagna
Il lavoro che segue lo scatto non è una fase decorativa. La post-produzione, nel mio modo di intendere questo mestiere, è uno spazio di cura.
Non si tratta di cancellare quello che non funziona, ma di sostenere quello che già funziona bene.
Si alleggeriscono i rossori che distraggono, si attenuano le desquamazioni più evidenti, si tolgono i segni di passaggio — una piega del pannolino, un’impronta lasciata dalla copertina — ma senza mai allontanarsi da ciò che è stato vissuto in studio.
Un neonato che afferra con la manina, che apre un occhio a metà, che cerca il calore della pelle della mamma: queste immagini non hanno bisogno di correzioni, bensì hanno bisogno di essere accolte per quello che sono.
Lo stile che porto avanti da anni non ha nulla di artificiale, non rincorre la perfezione da copertina, ma la bellezza delle cose vere.
E il mio compito, in fondo, è proprio questo: restare vicino alla realtà, accompagnarla con delicatezza, e lasciarla parlare.
Servizio fotografico newborn a Pisa: affidati a Livio Fotografie!
Il mio studio fotografico si trova a Pisa, in Via Alessandro Manzoni 25.
È un ambiente raccolto, silenzioso, pensato per accogliere i neonati nel pieno rispetto dei loro tempi, e per offrire ai genitori un’occasione per fermarsi, osservare e conservare i primi giorni con uno sguardo autentico.
Nel mio lavoro, ogni immagine viene scelta, curata e accompagnata fino alla sua forma finale.
Senza stravolgere, senza cancellare, ma con la stessa delicatezza con cui si tiene in braccio un bambino piccolo: sostenendo, non forzando.
Se vuoi saperne di più su come funziona la post-produzione, o semplicemente desideri capire se è il momento giusto per realizzare un servizio fotografico newborn, puoi contattarmi in qualunque momento.
📞 Mi trovi al numero 328 6897974.
💌 Oppure puoi compilare il form di contatto che trovi sul sito. Sarò felice di risponderti con calma, proprio come faccio con ogni immagine che affido al tempo.