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Nella vita ci vuole un po’ di onestà intellettuale: non siamo infallibili, ed il nostro lavoro – per quanto possa essere considerato un di più, un lusso – rimane un lavoro difficile, dove la passione e la concentrazione permettono il parto di un’opera d’arte.

Questa è la riflessione nata dal dispiacere di una collega per un servizio ben concluso, ma non così bene come si aspettava.
Si perché – spesso – noi fotografi siamo anche veramente pignoli, e vorremmo dei risultati ben precisi.

Per sabato scorso avevo avuto una prenotazione da tempo: C&S, canadesi residenti in Liguria mi hanno scelto con ampio anticipo rispetto alla nascità della secondogenita.
Il primo figlio, Sebastian ha 16 mesi, la piccola Valerie 7 giorni.
Carico d’aspettativa – onorato del fatto che avessero scelto proprio me – su due regioni con ottimi fotografi di Newborn, mi sono procurato qualche accessorio nuovo, un pantalone per il maschietto, ed un completo in mohair per la giovane bambina.

Quando i genitori, la nonna e i bambini sono arrivati, ho lasciato – come faccio usualmente – loro il tempo di abituarsi all’ambiente, abbiamo preso un caffè ed insieme abbiamo cominciato a parlare di quello che loro desideravano e di tutte le opzioni che avevo previsto.

Solo dopo qualche momento, nell’arrivare sul set, ci siamo resi conto che i nostri progetti sarebbero stati veramente difficili da realizzare.
Sebastian è abbastanza grande da poter fare quello che desidera, e non è il caso di indispettirlo con richieste pressanti… e la sorella Valerie è nervosa come se avesse mangiato un drago!

In un tempo lunghissimo – due ore di shooting serrato, dove ho giocato tutte le carte che conosco – le immagini sono poco più di una quindicina, e praticamente tutti scatti rubati tra un pianto e l’altro. Sebastian ha collaborato per un tempo secondo lui congruo, 4 minuti!
La disperazione si stava impadronendo di me.. un mese di aspettative su queste immagini, e dopo oltre 2 ore, nemmeno una foto che mi lasciasse soddisfatto!! NO!

Subito una lunga pausa a cavallo del pranzo!
Riprendiamo la calma.
Ci sediamo tutti attorno al tavolo parlando del più e del meno, dato che la confidenza ormai c’è, è acquisita!

Durante l’ennesimo pasto di Valerie, mi rendo conto che il suo cordone ombelicale non è adeguatamente protetto.
Vuoi vedere che il pannolino tocca quel punto dolente ed è la ragione del nostro problema?

Finalmente, risolta la questione – e fatta la cacca -, la bambina si addormenta, e pur essendo fin troppo vigile, ci lascia fare duecento fotografie.

Dopo 6 ore di servizio fotografico in studio siamo tutti stanchi, stremati.. ma si imparano cose nuove! Ricorderò a lungo questa sessione di ritratto per neonato.
Ho accompagnato in strada i miei clienti ed ho scattato loro una Polaroid con la mia Sx-70.

Chissà che i casi della vita non li riportino qua con il terzo figlio…

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