Nel raccontare (con puntuale ritardo) le esperienze che da un servizio fotografico di matrimonio all’altro vivo sul campo, solitamente cerco di tratteggiare a parole qualche dettaglio e atmosfera, lasciando alle immagini il commento principale. Mentre sono al lavoro sulle foto scattate lo scorso giugno al matrimonio di Michela e Adriano però, penso che queste immagini e questo racconto non sarebbero mai state tali se un pomeriggio di qualche mese prima non ci fossimo concessi un the con pasticcini e quattro chiacchiere fra amici.
L’incontro con i futuri sposi che vengono a chiedere informazioni sul servizio fotografico di matrimonio è un momento catartico nel mio mestiere e non solo perché io devo conquistare l’ingaggio. In quell’occasione ci si presenta, si parla e si cerca di entrare in confidenza se non esiste già un rapporto precedente. So che gli sposi arrivano da me con in mente un’immagine del loro matrimonio, anche se non troppo nitida.
Le spose, poi, sono già proiettate sui dettagli. Così il mio compito è far entrare tutto questo in una composizione con profondità di campo, usando una metafora fotografica.
Io faccio un sacco di domande e lavoro di empatia, passo dal teleobiettivo al grandangolo e poi torno a zoomare sulle singole idee, metto a fuoco le personalità e stampo tutto nella mente. Sarà deformazione professionale, ma è il modo che mi viene meglio e che solitamente mi porta a fare un buon lavoro poi.
Adriano, lo sposo, già lo conoscevo. Lavora nel negozio di attrezzature fotografiche da cui mi rifornisco e negli anni siamo entrati in confidenza fino ad instaurare un bel rapporto di amicizia.
Michela invece l’ho vista per la prima volta il giorno in cui sono venuti in studio a parlare del servizio da realizzare al matrimonio. Lei ha guardato le mie foto, ha ascoltato attentamente, ma quando se ne sono andati io mi sono accorto che la fotografia – nella mia mente – questa volta era rimasta sfocata, la magia non era riuscita e quei piccoli dettagli, che le spose solitamente non vedono l’ora di raccontarmi, non me li ero conquistati.
Eppure pochi giorni dopo Adriano mi chiama per confermare il servizio.
Ci penso un po’ e poi decido, qualche settimana dopo li invito sul set di un servizio che stavo facendo in un’ottima gelateria pisana.
In quell’occasione lavorava con me Max Moretto, truccatore e brillante conversatore e l’atmosfera leggera che si respira alla fine di un lavoro ben riuscito.
Abbiamo trascorso ore liete, provando make-up e facendo qualche scatto, sorseggiando un the e gustando pasticcini.
Ho scoperto che Michela è appassionata di musica, e una volta rotto il ghiaccio riusciamo ad instaurare un rapporto sereno, di confidenza.
Il suo matrimonio se lo immagina classico e che insieme ad Adriano formano una coppia ben assortita, lei molto decisa e lui molto più dolce di quello che immaginavo.
Ora sì che avevo un’immagine nitida di quello che desideravano e sapevo di poter fare un bel lavoro!
Michela e Adriano si sono sposati in un afoso sabato di giugno, e nonostante il livello di umidità se la giocasse con quello della Foresta Amazzonica i due sposi erano impeccabili, lei in un brillante e ampio abito bianco e lui, oltre ogni aspettativa, in mezzo tight con tanto di tuba e bastone.
La location della preparazione di lei – il Tower Plaza Hotel – regala una splendida vista sulla torre di Pisa e un ottimo impianto d’aria condizionata..
Da questo matrimonio mi porto a casa tre bellissimi ricordi:
La chiesa scelta, la Basilica di San Pietro a Grado, antichissimo luogo di culto in stile romanico pisano, immersa nel verde e vicina al corso dell’Arno. Una poesia per gli occhi sia fuori che dentro. Peccato che il celebrante abbia frenato l’ispirazione, costringendoci a fugaci scatti da angolazioni creative.
L’incursione in studio, da me, perché dopo qualche bella posa in esterna nella delicata campagna di San Pietro a Grado alti nuvoloni sembravano annunciare acqua imminente. Ormai amici, è stato un piacere ospitarli e scattare qualche ritratto con luci e fondale, prenderci un attimo di respiro e riportare la temperatura corporea a livelli umani.
Infine la festa di matrimonio, organizzata al Ristorante il Lago. Un po’ distante, ma ideale per accogliere i due sposi ormai rilassati e desiderosi di festeggiare con gli amici e i parenti l’emozionante giornata. Eccoli lì, che cantano, ballano e si divertono.
Io mi defilo soddisfatto, la mia missione anche questa volta è compiuta.